Finanziamenti a sostegno della Green Transition e della Circular Economy nelle imprese aderenti a fondimpresa
Bando Formazione a sostegno della Green Transition e della Circular Economy nelle imprese aderenti a Fondimpresa
Avviso 2-2021 bando di Fondimpresa
Marketing Strategico presenterà un progetto di TRASFORMAZIONE GREEN per l’automatizzazione dei flussi operativi con riduzione della documentazione cartacea e/o la digitalizzazione con sistemi di collegamento Device a bordo macchina e sistemi ERP.
progetti monoaziendali coinvolgendo 15 persone per ore 250
oppure
progetti pluriaziendali coinvolgendo 5 persone ad azienda (100 ore ad azienda)
Avviso n. 2/2021
“Formazione a sostegno della Green Transition e della Circular Economy nelle imprese aderenti a fondimpresa”
2 Ambito di riferimento
Il Piano formativo finanziato deve avere ad oggetto esclusivamente i seguenti ambiti:
- Progetti o interventi
- Progetti o interventi di Trasformazione Green nelle imprese aderenti che riguardano
- l’introduzione di nuove strategie
- prodotti
- e/o processi
- o un notevole miglioramento di quelli già esistenti, e che richiedono, in una o più fasi della realizzazione, la formazione del personale interessato.
Ciascun Piano formativo può interessare un solo Ambito o una sola delle Macro Aree dell’Ambito A di cui all’articolo 7.
Con riguardo all’ambito A), in virtù della definizione contenuta nella Comunicazione COM (2011) 363 del 20 giugno 2011 secondo cui la Green Economy si configura come
“Un’economia che genera crescita, crea posti di lavoro ed elimina la povertà investendo e salvaguardando le risorse del capitale naturale da cui dipende la sopravvivenza del nostro pianeta”
e sulla base delle politiche di crescita e sviluppo delineate dalle istituzioni europee nell’ambito del New Green Deal, il Piano, può riguardare la formazione dei lavoratori delle imprese aderenti coinvolte nelle seguenti aree tematiche:
- Tutela della biodiversità e dei servizi eco-sistemici (es. interventi a tutela della biodiversità sui terreni agricoli, interventi di riduzione dell’uso di pesticidi, interventi per un uso efficiente della risorsa idrica, interventi di rigenerazione del suolo, di ripristino delle foreste e delle zone umide etc.);
- Perseguimento della decarbonizzazione (es. interventi a sostegno dell’efficientamento energetico dei processi industriali e degli edifici, impiego di mezzi/tecnologie a riduzione delle emissioni di CO2 etc.);
- Riduzione dell’inquinamento (es. utilizzo di “clean tecnologies” nei processi produttivi, adozione di soluzioni “end of pipe”, sviluppo di nuove soluzioni per la riduzione delle emissioni inquinanti etc.);
- Digitalizzazione green (adozione di sistemi di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico e idrico, adozione di soluzioni connesse alle tecnologie IoT per la digitalizzazione e la dematerializzazione dei processi gestionali).
I progetti e gli interventi di Trasformazione Green, con riguardo alle aree delineate, possono riguardare
I progetti e gli interventi di Trasformazione Green, con riguardo alle aree delineate, possono riguardare :
- soluzioni di processo
- di prodotto
- organizzative e legate a software gestionali
il Piano formativo può realizzarsi a livello aziendale o interaziendale, nel rispetto dei requisiti e delle condizioni previste dall’Avviso, con particolare riferimento all’ambito, ai lavoratori destinatari ed alla tipologia di azienda/e di appartenenza, e deve assicurare logiche unitarie nella strategia e nella gestione delle azioni formative.
Il Piano di livello interaziendale è ammissibile esclusivamente se tutte le imprese coinvolte sono direttamente interessate dal medesimo progetto/intervento di Trasformazione Green
il piano, in relazione a tale ambito, può riguardare
- la formazione dei lavoratori
- delle imprese aderenti coinvolte nell’adozione/ricerca/sviluppo di soluzioni di Economia Circolare, che, nello specifico, dovranno essere riferite a diverse fasi dell’Economia Circolare, secondo un approccio che valorizzi complessivamente l’intero ciclo di vita dei processi e/o dei prodotti in un’ottica di filiera integrata.
Tali fasi, ai fini del presente avviso, si traducono nelle seguenti aree tematiche:
– Approvvigionamento di materie prime (interventi per l’impiego di materie prime provenienti da fonti sostenibili e rinnovabili, azioni volte allo sviluppo di soluzioni di simbiosi industriale etc.);
– Progettazione (sviluppo di soluzioni di eco-design, di soluzioni basate su un approccio di dematerializzazione);
– Produzione (es. interventi per la riduzione del consumo di risorse nel processo produttivo, interventi per la riduzione dell’uso di sostanze chimiche nel processo produttivo, interventi per la riduzione della produzione dei rifiuti derivanti dal processo di produzione, soluzioni di “sharing economy” per la condivisione di impianti/mezzi/strumentazioni per lo svolgimento di attività connesse al processo produttivo, soluzioni volte alla de materializzazione del processo produttivo, etc.);
– Distribuzione/logistica (interventi per la riduzione dei tragitti, impiego di mezzi e tecnologie per la riduzione dei consumi e la gestione efficienti dei siti dedicati alle attività logistiche, sviluppo di soluzioni nell’ambito della “reverse logistic” etc.);
– Consumo/vendita (sviluppo di strategie di vendita basate su modelli “on demand”, sviluppo di strategie di vendita basate su modelli “product as a service”, sviluppo di programmi e servizi di coinvolgimento del consumatore relativamente all’estensione della vita o alla gestione del fine vita del prodotto venduto, etc);
– Raccolta (interventi per il miglioramento delle operazioni di raccolta e deposito dei rifiuti aziendali, etc.);
– Recupero/riciclo (interventi volti a favorire il recupero e il riciclo dei rifiuti aziendali, interventi volti allo sviluppo di soluzioni di simbiosi industriale etc.).
I progetti e gli interventi di Economia Circolare, con riguardo alle aree delineate, possono riguardare soluzioni di processo, di prodotto, organizzative, legate a software gestionali o a nuovi modelli di business;
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- individuare l’azione a cui si intende presentare il progetto
individuare l’azione si intende scegliere una delle diversificazioni citate nel bando - essere in grado di sostenere il progetto
essere in grado si sostenere il progetto significa sia in termini economici che in termini pratici per chiuderlo entro i 12 mesi
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- Pubblicato il Agevolazioni, Bandi Fondimpresa, PMI
CONTRIBUTO PER DIGITAL TRANSFORMATION 4.0
Bando Digital Transformation rivolto alle PMI
Con decreto crescita, ( articolo e commi solo su richiesta ) sono stati dunque definiti termini e modalità di presentazione delle domande di agevolazioni, i requisiti e le soglie di ammissibilità : il MISE ha finalmente pubblicato il decreto attutivo
Attività ammissibili e finanziabili
Sono ammissibili progetti diretti alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi mediante l’implementazione di tecnologie abilitanti previste dal Piano nazionale impresa 4.0 (advanced manufacturing solutions, addittive manufacturing, realtà aumentata, simulation, integrazione orizzontale e verticale, industrial internet, cloud, cybersecurity, big data e analytics) e/o tecnologie relative a soluzioni tecnologiche digitali di filiera, finalizzate:
1) all’ottimizzazione della gestione della catena di distribuzione e con i diversi attori;
2) al software;
3) soluzioni per la logistica con elevate caratteristiche di integrazione;
4) ad altre tecnologie: e-commerce, sistemi di pagamento mobile, fintech, electronic data interchange-EDI, geolocalizzazione, in-store customer experience, system integration applicata all’automazione dei processi, blockchain, intelligenza artificiale, internet of things.
Il valore dei progetti
I progetti devono essere compresi tra € 50.000,00 e € 500.000,00 ed essere avviati dopo la presentazione della domanda di contributo e prevedere una durata non superiore a 18 mesi.
piccole e medie imprese, attraverso le tecnologie di Impresa 4.0 e soluzioni digitali di filiera.
Agevolazioni fino al 50%
Sono concesse agevolazioni fino al 50%: 10% sotto forma di contributo a fondo perduto e 40% come finanziamento agevolato
QUALI SONO I BENEFICIARI
Sono piccole, medie imprese appartenenti al settore manifatturiero, o dei servizi diretti alle imprese manifatturiere e/o nel settore turistico (per le imprese impegnate nella digitalizzazione della fruizione dei beni culturali) e/o nel settore del commercio.
Le imprese devono avere un fatturato superiore a 100.000 € e almeno 2 bilanci depositati.o altre forme di collaborazione
Spese ammissibili
Per progetti di innovazione di processo o di innovazione dell’organizzazione le spese ammissibili sono:
1) Personale dipendente (secondo un costo standard);
2) Strumenti e attrezzatture;
3) Consulenze, licenze, brevetti, know how.
Per i progetti di investimento le spese ammissibili sono:
1) macchinari, impianti e attrezzature tecnologicamente avanzate;
2) consulenza specialistica (massimo 10% dei costi complessivi);
3) programmi informatici in cloud.
- con capofila un DIH (Digital Innovation Hub) o
- un EDI (ecosistema digitale per l’innovazione).
I progetti devono essere diretti alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi dei proponenti mediante:
- tecnologie abilitanti individuate dal Piano nazionale impresa 4.0
tecnologie abilitanti individuate dal Piano nazionale impresa 4.0. (advanced manufacturing solutions, addittive manufacturing, realtà aumentata, simulation, integrazione orizzontale e verticale, industrial internet, cloud, cybersecurity, big data e analytics) e/o;
- tecnologie relative a soluzioni tecnologiche digitali di filiera, finalizzate:
1 – all’ottimizzazione della gestione della catena di distribuzione e della gestione delle relazioni con i diversi attori;
2 – alle piattaforme e applicazioni digitali per la gestione e il coordinamento della logistica con elevate caratteristiche di integrazione delle attività di servizio;
3 – al software;
4 – ad altre tecnologie, vedi tecnologie ammesse. - A tal fine i progetti devono prevedere la realizzazione di:
essere in grado si sostenere il progetto significa sia in termini economici che in termini pratici per chiuderlo entro i 12 mesi
1 – attività di innovazione di processo o di innovazione dell’organizzazione, ovvero;
2 – investimenti
Tecnologie ammesse
- internet of things
- geolocalizzazione
- system integration applicata all’automazione dei processi
- sistemi elettronici per lo scambio di dati (electronic data interchange-EDI)
- blockchain
- sistemi di e-commerce
- sistemi di pagamento mobile e via internet
- fintech
- tecnologie per l’in-store customer experience
- intelligenza artificiale.
Sulla base dei settori ammessi, nell’allegato n. 1 del decreto attuativo sono identificate le attività economiche ammissibili.
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- Pubblicato il Agevolazioni, MISE, PMI
3 errori da evitare per un negozio fisico che apre un ecommerce
Nonostante l’online stia crescendo in maniera importante, in generale le persone preferiscono acquistare ancora nei negozi nella maggior parte delle volte e il retail, magari si rivoluzionerà, ma non scomparirà di certo, ed per questo che devi assolutamente sapere quali sono i 3 errori da evitare per un negozio fisico come il tuo che vuole affiancare un e-commerce .
come realizzare un ecommerce per vendere anche in negozio fisico
I motivi? Sono tanti :
- perchè si vuole toccare o provare un prodotto
- o perchè si vuole parlare con il commesso
- o farsi un giro al centro commerciale
- o prendere un pò d’aria
Cosa pensano gli imprenditori dell’ecommerce
Molti imprenditori pensano all’ecommerce come un business separato dall’ offline, che debba vivere di vita propria ed intercettare il solo pubblico abituato a comprare sul web.
Con la diffusione degli smartphone l’accesso ad internet però si è allargato e soprattutto è diverso da quello desktop perchè spesso dal mobile si cercano informazioni e rassicurazione sul prodotto/servizio, per poi comprare in un secondo momento in negozio.
Come pensi d’intercettare i tuoi clienti
Quindi pensare di intercettare solo chi vuole comprare online è sbagliato, perchè molte persone vogliono comprare quel prodotto o servizio di persona.
Se hai uno negozio la prima attività è fare marketing per portare gente e tramutarli in clienti.
Ci sono canali potentissimi per dare visibilità alla tua attività e raggiungere il giusto target.
come fare tutto ciò senza commettere errori
Ecco qui i tre errori che devi evitare di commettere
- non fare l’errore di non avere lo stesso prezzo su entrambe le vendite in quanto il cliente non sarebbe felice di trovare due prezzi diversi dall’off-line all’on-line
- non fare delle promo temporanee dedicate all’online sarebbe un grave errore perchè è proprio qui che ci si deve proporre al cliente con offerte a lui/lei dedicate
- l’errore astronomico che puoi fare è di cedere alla tentazione di avere un gioco facile andando a vendere su Amazon : di certo non potrai avere alti guadagni anche lavorandoci molto.
Attenzione a non mettersi in concorrenza però
E’ sbagliato mettersi in concorrenza da soli, anche se significa aumentare i prezzi potrai differenziarti con servizi in-store e offrirai la possibilità di provare il prodotto (molto importante in settori per esempio come il fashion, gioielleria, arredo) che ancora conta moltissimo per molti.
Inoltre se lo scontrino medio è alto, molti acquirenti preferiscono dare soldi a chi è vicino, di persona e che magari è raccomandato da altri del quartiere o della città.
come SFRUTTARE I GIUSTI CANALI
La local search (ossia rendere visibile il tuo negozio sul web) è una delle prime ottimizzazioni che è necessario fare su tutti i punti vendita.
La seconda è la presenza sui social e facebook come fonte di lead.
Su un cliente che ha dei punti vendita stiamo avendo risultati sorprendenti utilizzando facebook e la sua potente targetizzazione.
come individuare il giusto audience
Il fatto di poter individuare il giusto audience e di poterlo geolocalizzare permette di fare pubblicità con l’obiettivo mirato di portare visitatori in negozio.
Facebook permette di fare campagne local con la possibilità di inserire come call to action le estensioni per chiamare o per attivare il navigatore con la destinazione già impostata
Si possono creare eventi offline e richiedere la preregistrazione (facendo così anche lead da poter riutilizzare per esempio nella mail marketing).
Per l’inaugurazione di un negozio sono stati generati 1200 lead tramite facebook a fronte di un omaggio ciascuno del valore di 0,50 centesimi.
Gli scontrini battuti quel giorno in negozio sono stati oltre 500.
UTILIZZARE LA GEOLOCALIZZAZIONE NON SOLO SU FACEBOOK
Oltre alla ottimizzazione delle schede local sulla Serp di Google e Facebook ci sono altri modi per sfruttare la geolocalizzazione.
Grazie al marketing automation si può personalizzare il sito a seconda della provenienza del visitatore (per esempio da estero per rassicurarlo sulla spedizione e sui costi di spedizione nel suo paese), oppure veicolare messaggi in base alla città da dove si collega.
Se hai un punto vendita su Milano farai venire fuori un messaggio (pop-up, replace hmtl, slide etc) con le offerte o le indicazioni per raggiungere il negozio.
Raggiungerai in quel modo anche il pubblico che stava cercando informazioni e che era già intenzionato ad andarlo a comprare nel negozio.
Ci sono software specifici come geolify o ecommerce-automatico che permettono di geolocalizzare e/o personalizzare il sito.
PERCHE’ UN NEGOZIO SU DUE CHIUDE
Molti ecommerce non hanno punti vendita e si tengono ben lontano dal volerne aprirne uno.
Diamo per scontato che i negozi non funzionano perchè prendiamo come esempio molte attività destinate a chiudere perchè senza senso.
Molti aprono i negozi per passione.
Un giocatore di golf apre il Megastore di Golf in una piccola provincia, il giocatore di rugby apre uno store per rugbisti in una città dove non c’è la minima cultura nè richiesta del rugby.
Inoltre se analizzi nel dettaglio perchè chiudono spesso è per questi motivi: Aprono la copia della copia di qualcosa già esistente Non hanno la minima conoscenza del settore (la metà dei bar che aprono ) Non sanno quanto devono fatturare per guadagnare Pensano di aprire un attività per ricavarci uno stipendio perchè non vogliono lavorare come dipendenti Non fanno marketing (e spesso non sanno cos’è) Vendono commodity o prodotti di largo consumo.
Se l’attività offline ha un senso e il prodotto piace, allora il web marketing rappresenta il mezzo per riempire il tuo negozio.
Portare le persone non è il problema, l’importante è avere pensato ad un negozio dove le persone che entrano acquistano.
IL CONCETTO DI STORE: UN SOLO NEGOZIO
Molti ecommerce fatturano milioni e questo significa che il loro modello di business funziona e che le persone rispondono positivamente all’offerta.
Avere dei punti vendita permetterebbe di acquisire anche quei clienti abituati a comprare offline che non comprano sul sito.
Se il tuo prodotto inoltre è difficile da vendere (bisogna provarlo, scontrino alto, personalizzabile etc) le persone saranno ancora più invogliate a venire in negozio.
Non è un caso che Amazon sta aprendo negozi e librerie con l’intento di entrare in concorrenza con la grande distribuzione con la forza però di un online molto consolidato e clienti molto fedeli.
Negli stati uniti si parla già da tempo di store, ossia di uno shop unico multicanale. Non c’è differenza tra online e offline.
Chi è radicato sul territorio affianca l’ecommerce alla vendita retail e gli ecommerce aprono punti vendita.
Le nuove tecnologie stanno spingendo molto il proximity marketing, nel quale perleremo in un altro articolo dedicato e che permettono di personalizzare l’esperienza di acquisto di ognuno all’interno dello store.
PROVA CON DEI TEMPORARY STORE
Certo partire con un franchising o mettere in piedi uno o più negozi può essere rischioso e costoso, un temporary store (negozio temporaneo) può essere un test per provare se il gioco funziona.
Aprire uno shop per 3/6 mesi e spingere con il marketing per misurare la risposta.
Così l’investimento sarà limitato e se è stato ben progettato difficilmente non si rientrerà nell’investimento.
Se non hai particolari necessità, puoi affittare un negozio anche fuori dalle zone costose in quanto non ti serve la visibilità, quella ce l’hai già con l’ecommerce basterà invitare gli utenti nel tuo negozio.
Sugli ecommerce con punti vendita che ho seguito, ho sempre notato che lo scontrino d’acquisto nello shop è sempre superiore.
Evidentemente per quante icone e garanzie io possa mettere nel mio sito il contatto umano è ancora la migliore garanzia.
INCLUDI PUNTI VENDITA NEL TUO BUSINESS PLAN
Se penso che i negozi vendono il 96% e gli ecommerce il 4% di tutte le vendite totali in Italia, non capisco perchè un business plan non debba prevedere dei punti vendita e presenziare il mercato più grande e consolidato.
Inoltre su internet su quel 4% la concorrenza è altissima e il mercato già saturo in molti settori.
Non è importante quando aprirli,se subito o dopo, ma in un piano di crescita potrebbero essere successivi al lancio dell’ecommerce.
Potrebbe essere l’ecommerce un pilot case per vedere se il business è vincente per poi posizionarlo anche offline.
Tramite dei temporary store puoi effettuare dei test e misurare il ritorno dell’investimento.
Si parla sempre di online, dimenticandosi a volte di quella che è la realtà attuale dello shopping.
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